INCIKU IN SICILIA

 

Non è semplice racchiudere in poche righe l’efficacia della tecnica dell’inchiku in acque pescose come quelle del canale di Sicilia..proverò comunque a rischio di sembrare troppo breve.

Girando in lungo e in largo le coste siciliane, le sue isole minori, fino alle coste tunisine per il lavoro dell’Enciclopedia dei Waypoints Siciliani Sommersi e per testare le attrezzature che creo in collaborazione con Olympus, non potevo che rendermi conto di quanto gli immensi spazi del canale di Sicilia, potessero essere ricchi di scogli e relitti…e pesci!

Sugli Hot Spot più pescosi che ho annotato nel mio libro..e che tra poco saranno a disposizione dei “pochi gelosi custodi” cui è destinato questo lavoro, ce ne sono parecchi sui quali ogni tecnica light e non si esalta al massimo delle proprie potenzialità. Pur ritenendo che il Vertical Jigging sulle ricciole sia una tecnica insuperabile..non me ne vogliano gli appassionati di traina col vivo..sugli spot tipici da grandi sparidi come dentici, pagri e corazzieri, l’inchiku offre sempre la possibilità di catture eccezionali!

Il mese di aprile che ormai è alle porte..offre a tutti gli appassionati della tecnica le catture degli esemplari più grandi.

In questo periodo infatti i grandi sparidi diventano particolarmente territoriali e scacciano dal proprio territorio ogni intruso indesiderato.

Le mille sfaccettature della tecnica e delle varie esche e strategie utilizzabili sono ben spiegate nel mio libro appena pubblicato “Tutti i Segreti dell’Inchiku”, ma quando si parla della tarda primavera..ogni movimento e ogni tentativo sia pure apparentemente goffo su spot di pregio, può trasformarsi nella magia di uno strike poderoso!!!

Dalle nostre parti il pomeriggio..dopo le cinque nel mese di aprile..è il momento più adatto alle catture dei dentici e dei pagri più grandi..ed il fondale cui normalmente i pescioni si avvicinano prima dell’arrivo della sera è quello del confine delle secche o delle cadute batimetriche che dalla roccia raggiungono il confine con la sabbia..

Le batimetriche ideali ovviamente variano a seconda delle varie zone nelle quali si pesca e delle varie opzioni di cui si dispone..ma se devo dare una indicazione di massima, direi che la quota compresa tra i 40 e i 60 mt, in questa fase resta quella da preferire!

Per la cronaca i grandi dentici li ho pescati fino a 130 mt ed i grandi corazzieri fino a 150..ma la tecnica dell’inchiku, soprattutto in questa stagione e agli orari di cui sopra, si esalta alle quote intermedie di cui sopra.

Personalmente utilizzo esclusivamente attrezzature create in collaborazione con Olympus e la mia canna preferita è la Active Jigging, concepita ad ok per le discipline light come l’inchiku dove l’amo standard montato sul doppio assist è sottile per una penetrazione anche in ridotte porzioni di labbro del pesce e dunque non può essere sollecitato da un’azione di canna trpp rigida! Per quanto riguarda il mulinello la scelta può ricadere tanto su modelli rotanti, quanto su modelli a bobina fissa. Anche se i più esperti preferiscono il “rotantino” per un’azione di pesca più corretta, posso assicurarvi che personalmente utilizzo indifferentemente l’uno o l’altro modello. Dunque in questo caso specifico, prima di affrontare questa spesa, il mio consiglio è quello di testare le attrezzature dei propri compagni di pesca e verificare le proprie attitudini e le proprie convinzioni con entrambi i modelli..solo quando ci sentiremo più sicuri sulla pratica della tecnica e dei motivi che spingono a preferire l’uno piuttosto che l’altro modello, potremo allora spendere inostri soldi con maggiori possibilità di successo!

In quest’ottica, un accorgimento utile può essere quello di aprire repentinamente qualche chilo di frizione subito dopo lo strike, in modo da poter combattere anche un pesce di taglia con il minimo rischio di apertura o rottura degli ami..spero di avervi trasmesso con queste brevi tracce..un anticipo di primavera e delle catture che questo periodo più di ogni altro periodo..sà offrire ad esperti e principianti.

 

Nicola  Riolo