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Misaki

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Pubblicato da Maurizio Pastacaldi in Artificiali · 8 Febbraio 2020
Tags: Artificiali
Una vita alla ricerca di esche….”Esche che nella maggior parte dei casi da predatori diventano prede”, ed in particolare cefalopodi!!

 

                              “Misaki”

di M. Pastacaldi



Totano, seppia, calamaro sono le esche per qualunque tecnica di pesca sia sportiva che professionale.  Non si parla soltanto di “vivo”, ma anche di “morto” e perché no a pezzetti. Bolentino, traina, drifting; chiunque le può reperire facilmente, sia nelle pescherie, che congelate nei banchi frigo della grande distribuzione; ma quando abbiamo l’esigenza di avere “esche guizzanti”, ecco che iniziano a sorgere  “diversi” dubbi.
“Misaki”
Da alcuni anni abbiamo avuto la possibilità di testare nelle acque mediterranee assieme al Team Misaki  dei piccoli “squid” di nuova generazione.  Fin dal primo momento si è capito la potenzialità di questi artificiali, specialmente durante l’arco della giornata.
Grazie a esperienze vissute, il “team Colmic” ha ampliato la cultura sui cefalopodi ospitando per un periodo "KOICHI YAMASHITA” e “TAKASHI YOSHIMULA” presidente e sales manager della ditta “Misaki”.
Misaki è una città nel nord del giappone dove il titolare da quando si è scisso dall’azienda di famiglia, ha impiantato una ditta specializzata nella produzione di materiali per la cattura dei cefalopodi.
Per ben afferrarne la potenzialità abbiamo deciso di esaminare come, dove e quando utilizzare il materiale Misaki durante tutto l'arco della giornata.
“Bulanko”
Scuramente è il metodo più semplice da adottare. Lo possiamo considerare una sorta di bolentino dove si agisce sia con l’azione della canna che operando sulla tensione del filo. In questo caso gli esperti misaki compiono spesso dei giri lenti di manovella in modo da poter sondare più fasce d’acqua. Per far ben lavorare gli artificiali si preferisce distanziare di circa 10 centimetri l’artificiale dalla lenza madre e circa 40 centimetri tra gli “squid”.
“Tataki fishing"
Quando i nostri cefalopodi sono svogliati si adotta quest’ultimo metodo; in parole povere si tratta di una sorta di “shaker” veloce della canna alternato ad un rapido recupero del mulinello.
Per il “tataki”  la distanza tra lenza madre ed artificiale deve essere massimo di 3 centimetri in modo da rendere più reattivo il movimento senza creare strani ingarbugliamenti.“Tyoku-Bula” for tataki: si consiglia di usare per questo metodo esche misaki serie (Bull) semi affondante e serie (Chibi-zuno) affondante..

“In pratica”

a) I metodi appena descritti si attuano in deriva a motore spento ed a seconda dello scarroccio o della corrente, si utilizza un piombo terminale più o meno grande per far scendere facilmente le esche sul fondale; comunque tra un peso compreso tra i 60 fino ad arrivare ai 150 grammi di zavorra.
b) Per non avere torsioni sul calamento merita unirsi  al multifibra in bobina tramite una piccola girella multipla..
c) il multifibra è una pedina fondamentale; grazie al minimo diametro ed alla speciale trama si riesce facilmente sia a far scendere le esche sul fondale che ad avvertire  le abboccate dei nostri amati cefalopodi…
d) Anche la scelta del fluorocarbon risulta necessaria oltre che per le doti d’invisibilità per la semirigidità che ha nella linea in modo da mantenere la giusta posizione delle esche in pesca..
e) Per quanto riguarda la canna; “Colmic Italia spa” ha prodotto una canna indicata per questa azione di pesca "Kita Karei": è  concepita per pescare senza spendere troppe energie ed ottenere ottime performance; grazie alla speciale azione dovuta alle fibre di carbonio alto modulo ed ad una speciale vetta con una riporto di legatura risulta un prodotto infallibile per la pesca del calamaro..
f) Il classico metodo  per unire gli artificiali “Squid” alla lenza madre è tramite un asola derivata da un nodo “dropper loop”. E’ un sistema di facile realizzo ma optando su questa scelta saremo obbligati ad un unico calamento; altrimenti, per avere la possibilità di poter cambiare con tutta facilità gli artificiali, si utilizzano degli speciali snodi sferici montati sul trave. Grazie a questa esclusiva accortezza, oltre ad una maggiore scelta, possiamo impiegare braccioli di diverse lunghezze per poter coprire ogni  nostra esigenza di pesca….
g) La zona di pesca; dovremo determinarla con l’aiuto di un buon “fishfinder”; ma in grandi linee durante l’arco della giornata i calamari preferiscono stazionare nelle vicinanze di  esche foraggio su fondali attorno ai 50 metri; mentre durante la notte si dà la preferenza a pescare su fondali attorno ai 35 metri….Poi sarà la vostra esperienza a ben determinare una produttiva zona di pesca.
“Le esche”
La ditta Misaki è commercializzata in esclusiva su tutto il territorio nazionale da Colmic italia s.p.a.
Per quanto riguarda le esche; 3 sono i modelli di “squid” abbinati ad una variegata scelta di misure e colori scelti da Colmic Italia e distribuiti nei maggiori negozi di pesca in modo da poter ben coprire tutte le esigenze mediterranee:
a) “Cotton type”
L’esca ricoperta in cotone risulta proficua specialmente nella pesca notturna. Possiamo notare che questo modello adotta la doppia corona per una migliore ferrata del calamaro.
b) “Bull”
è la serie semi affondante; si riconosce per la speciale bolla interna composta da olio e colorati splatter. Questo accorgimento, oltre a dare una sinuosità unica all’artificiale, rappresenta la vescica natatoria dei pesci. Il modello semi affondante è stato realizzato sia liscio che ricoperto da una speciale lycra colorata.
c) “Ero-thica”
è la serie galleggiante; si distingue perché foderata di una variegata seta …..
Il team Misaki  consiglia di usare esche grandi quando i calamari sono aggressivi mentre quando sono diffidenti nelle abboccate preferisce stuzzicarli con esche piccole e ben animate..
E’  importante precisare che la doppia corona è un accessorio montato solo su artificiali grandi.









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