Le altre prede - Mattidapescare

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Le prede
LO SGOMBRO

Sino a qualche anno fa questo pesce si insidiava prevalentemente nella rada esterna del golfo tra Torre Scuola e Tellaro.
Da qualche anno, però, accosta più fraquentemente nel tratto di mare che va da punta San Pietro
allo scoglio Ferrale, a circa mezzo miglio dalla costa, forse attirato da più mangianza
Gli orari migliori sono l'alba e le prime ore del mattino.
Lo sgombro si insidia a traina usando cucchiaini, piume o piccoli minnow oppure,
bene ancorati a bolentino dopo una generosa pasturazione ;come esca l'ideale è
il trancio di sarda.
La stagione ottimale è l'estate
RICCIOLA

È il più grande pesce della famiglia dei carangidi, potendo raggiungere e superare i 2 metri di lunghezza. È un pesce pelagico caratterizzato dalla colorazione argentea azzurra, con una linea longitudinale di colore oro, coda forcuta e due pinne dorsali, la prima corta e la seconda lunga. Presenta una barra bruna obliqua che attraversa l'occhio.
La ricciola è molto più confidente in fase giovanile, mentre diventa più scaltra e attenta man mano che cresce. Gli esemplari più giovani, nella cui livrea sono evidenti sfumature gialle, tendono ad aggregarsi in branchi, gli esemplari più vecchi sono generalmente solitari. L'avvicinamento alla costa avviene in primavera e estate, periodo della riproduzione
LA BOGA

Come il suetto accosta in manira massiccia alle nostre coste , anche se in passato era ancora più presente, la possiamo insidiare con tecniche di mezz,acqua innescando anellidi e cozze.
Risulta un pesce molto divertende data la sua combattivita .
Le posta maigliore risulta in diga all'interno degli impianti di mitilicultura , attenzione però alle ordinanze che regolamentano queste zone .

TONNETTI E TOMBARELLI

Li cito insieme perché le zone di pesca e le tecniche sono praticamente le solite.
Trainando, ad una velocita superiore ai 5 nodi e mezzo, delle piume piombate ,cucchiaini , kona e minnows nel tratto di mare in prossimità della boa gialla che delimita il parco delle 5 terre (circa un miglio e otto dalla costa) si possono effettuare parecchie catture.
Ottima la stagione estiva ed inizio autunno.
Gabbiani e berte ci indicano le zone con più mangianza dove possiamo incontrare i nostri amici pennuti
DONZELLA
Questo pesce è diffuso nel Mar Mediterraneo e nell' Oceano Atlantico orientale dalla Manica all'Africa Centrale. Abita fondali rocciosi o a Posidonia, è un pesce strettamente costiero e la sua diffusione batimetrica va da pochi centimetri a (eccezionalmente) -120 metri di profondità
Corpo affusolato, muso a punta. La livrea presenta un marcato dimorfismo sessuale: le femmine hanno dorso marrone e fianchi giallastri con ventre bianco, mentre i maschi sono verdi, blu o marroni, con ventre bianco, una macchia blu scura sopra pinna pettorale e con una banda ondulata arancione vivace sui lati.
Raggiunge una lunghezza di 25 cm.

SCORFANO
Ha una lunghezza di circa 50 centimetri, di colore rosso o rosa, con macchie gialle e brune. I colori vivaci sono aposematici, cioè hanno la funzione di avvertire i predatori che la specie è pericolosa. La testa è grossa e armata di aculei velenosi, creste ed escrescenze varie.
LECCIA

Questo maestoso carangide si incontra in tutto il mar Mediterraneo e nell'Atlantico orientale tra il Golfo di Guascogna e le coste africane.
E' una specie pelagica ma che ha costumi costieri, perlomeno nella bella stagione. Non esita ad avventurarsi nelle acque salmastre per cacciare i cefali di cui è ghiotta
Questa specie ha corpo compresso lateralmente con forma di losanga e caratterizzato da testa in proporzione piccola con bocca molto grande che giunge fino ben oltre l'occhio. Le pinne pettorali e ventrali sono abbastanza piccole mentre la pinna anale e la seconda pinna dorsale sono opposte e simmetriche. La prima pinna dorsale è ridotta ad una fila di piccoli raggi spinosi, la pinna caudale è falcata. La linea laterale presenta una vistosa curva verso il basso subito dopo le pinne pettorali.
Il colore è grigio verdastro sul dorso e bianco madreperlaceo caratteristico sui fianchi, le pinne sono scure, talvolta con bordi bianchi.
Raggiunge e supera i 2 metri per un peso che può avvicinarsi ai 70 kg.

SUGARELLO ( SUETTO)

Presenta una linea laterale accessoria estesa lungo quasi tutto il dorso, che è verde con vivaci iridescenze. la linea laterale è dotata di scutelli molto larghi. I fianchi sono argentei e ha una macchia nera sulla parte postero-superiore dell'opercolo e un'altra all'ascella delle pettorali
Le pinne dorsali sono grigie, quella anale e le ventrali biancastre, le pettorali e le ventrali grigio-verdognolo. È lungo normalmente circa 30 centimetri, ma si trovano anche esemplari anche di 40.
Si riunisce in grandi banchi nelle acque costiere, dove si nutre di crostacei, cefalopodi e altri pesci. I giovani si riuniscono in branchi sotto l'ombrello di grosse meduse (soprattutto della specie Rhizostoma pulmo) sotto il quale trovano riparo e protezione senza alcun pericolo in quanto immuni dal veleno delle sue nematocisti. Anche altri giovani carangidi, ad esempio la ricciola, hanno lo stesso comportamento
Nelle varie regioni italiane, Trachurus trachurus è conosciuto con diversi nomi: Suro,Sauro,Sugarello, Sughero, Sugherello, Traule, Sorello, Sciuro, Sgombro bastardo, Savaro, Lacierte.
Il sugarello è commestibile e può essere affumicato, fritto, salato e cotto. Ottimo al cartoccio
Accosta in massa nei nostri mari lo possiamo trovare quasi ovunque.
Si può insidiare con qualsiasi tecnica dal bolentino di mazzo fondo alla traina
A bolentino, innescando qualsiasi esca, trovato il branco si possono effetuare parecchie catture.
A traina consiglio di pescare a mezzo fondo innescando cucchiaini ad una velocità di tre nodi e mezzo.
Per quanto riguarda il bolentino le poste migiori sono in diga e in tutta la rada esterna.
A traina l'ideale é nel tratto di mare che va da Portovenere alla scoglio Ferrele a circa 300 mt dalla costa
Pesca al Tonno
LAMPUGA

Presenta un corpo lungo, compresso ai fianchi, con profilo frontale arrotondato e sporgente. Il corpo si riduce al peduncolo caudale. La pinna dorsale è lunga, alta all'inizio, diminuisce in altezza verso la fine. Le pettorali sono lunghe e appuntite, così come le ventrali. L'anale è poco sviluppata in altezza, ma copre 1/3 del ventre del pesce. La coda è fortemente forcuta.
La livrea è grigio azzurra, tendente al blu sul dorso e al giallo su fianchi e ventre. Il suo colore varia a seconda della luce: magnifico azzurro o porporino, con riflessi metallici di ogni sorta, o giallo-oro.
Raggiunge una lunghezza massima di circa 2 metri ed un peso di circa 20 chilogrammi. Nei mari italiani il peso medio delle catture varia da 3-4 etti ai 5 chilogrammi.
Alimentazione
Si ciba di piccoli pesci, specialmente di quelli che abitano gli strati superiori dell'acqua, e principalmente delle diverse specie di pesci volanti. È nota ai pescatori per la sua voracità. La lampuga presenta un accrescimento molto rapido nel primo anno di età. La maturità sessuale è raggiunta entro il primo anno di vita.
La sua carne è molto apprezzata e ben pagata: questo pesce è oggetto di pesca commerciale e ambita preda di pesca sportiva.
È uno dei pesci da traina costiera per eccellenza, apprezzato soprattutto a causa della forte reazione che oppone alla cattura, effettuando numerosi salti fuor d'acqua. Al contrario di tonnetti e palamite, raramente si manifesta. In Sicilia, specialmente nella zona di Porto Palo di Capo Passero, i pescatori usano piazzare al largo delle coste, gruppi di foglie di palma legate tra loro in modo da creare una zona d'ombra in superficie; una zavorra a fondo fa sì che le suddette foglie non vengano trasportate dalla corrente, le lampughe si radunano sotto la zona d'ombra, dove poi vengono catturate con reti da circuizione.
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